Appuntamento da non perdere alla Sala Garibaldi di Carrara: domenica 13 gennaio verrà proiettato "Arrivederci Saigon". A seguire l'incontro con due protagoniste di questa straordinaria vicenda, con la regista Wilma Labate e lo sceneggiato
Appuntamento da non perdere alla Sala Garibaldi di Carrara: domenica 13 gennaio verrà proiettato “Arrivederci Saigon”. A seguire l’incontro con le protagoniste di questa straordinaria vicenda, con la regista Wilma Labate e lo sceneggiatore Giampaolo Simi.
Il docu-film, presentato all’ultimo Festival del Cinema di Venezia nella sezione Sconfini e preselezionato tra i 15 titoli della categoria documentari per il David di Donatello 2019, racconta l’incredibile storia de ‘Le Stars’, una giovanissima band italiana tutta al femminile, partita nel 1968 dalla provincia toscana per una tournée internazionale e ritrovatasi inaspettatamente in Vietnam, a suonare nelle basi militari americane.
In considerazione della particolarità del momento storico descritto e in occasione dei 50 anni dal rientro in Toscana dal Vietnam delle protagoniste della storia, l’Amministrazione comunale ha deciso di offrire al pubblico la possibilità di incontrare la regista Wilma Labate, lo sceneggiatore Giampaolo Simi, la cantante del gruppo Rossella Canaccini e la chitarrista Viviana Tacchella, dopo la proiezione di “Arrivederci Saigon” in programma alla Sala Garibaldi, domenica 13 gennaio, alle ore 18.00 (biglietto € 7,50 e € 6,00 ridotto).
Come spiega Milene Mucci, che ha proposto al Comune di realizzare l’iniziativa, nel novembre 1968 cinque ragazze toscane, musiciste della band “Le Stars”, atterrarono all'aeroporto di Saigon nel momento più duro della guerra del Vietnam, ignare di dove stessero andando. Inizia così per Rossella Canaccini (16 anni), Viviana Tacchella (22 anni), Daniela Santerini (autrice del libro Choi-oi!- L'incredibile avventura delle Stars nel Vietnam del '68), Franca Deni e Manuela Bernardeschi (tutte e tre all’epoca 18enni), un’esperienza che segnerà le loro vite, nata da un contratto assurdo che pensavano le avrebbe portate in tournée in zone tranquille dell'Oriente, mentre finirono in mezzo a una guerra terribile. Il documentario è nato dall'intuito geniale di Giampaolo Simi, che ha scovato casualmente questa storia a Livorno e che, con l'aiuto della regista Wilma Labate (la fotografia è di Daniele Ciprì), ha deciso di raccontarla attingendo ai racconti delle protagoniste, ma anche agli archivi AAMOD, Istituto Luce Cinecittà e Rai Teche. È dalla viva voce delle protagoniste di questa vicenda che viene raccontata la storia di una guerra narrata con l'ingenua emozione di chi vedeva davanti a sé, mentre cercava di suonare blues, solo ragazzi terrorizzati, che volevano solo tornare vivi a casa, esattamente come le cinque musiciste. Inoltre, poiché non suonavano il classico repertorio italiano, ma brani soul, cioè la musica dei neri, non adatta agli ufficiali bianchi dell'America anni '70, le musiciste furono spedite negli avamposti più lontani del Vietnam del Sud, quelli più pericolosi. Solo nel gennaio del 1969 le ragazze delle Stars riuscirono a rientrare in Italia, dove dovettero subire anche una sorta di linciaggio politico da parte di una certa parte politica, poiché furono accusate di aver dato aiuto e sostegno morale alle truppe USA. Ci sono voluti cinquant'anni perché si liberassero da questo senso di colpa ingiustificato, diventando consapevoli di aver vissuto una esperienza straordinaria nella quale non avevano nessuna colpa, salvo il desiderio continuo di riuscire ad uscirne vive.